12 agosto 1944, strage nazifascista a Sant’Anna di Stazzema. Il forte messaggio del presidente Sergio Mattarella

12 agosto 1944, strage nazifascista a Sant’Anna di Stazzema. Il forte messaggio del presidente Sergio Mattarella

Il 12 agosto 1944 i nazisti comandati dal gruppenfuhrer Max Simon, con la fondamentale collaborazione dei traditori fascisti dell’Italia, scrivono una delle pagine più nere dell’aberrazione umana: la strage di Sant’Anna di Stazzema.

Max Simon, il macellaio di Sant’Anna di Stazzema

Le SS della 16. SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer SS” (16ª divisione di fanteria meccanizzata delle Waffen SS “Reichsführer”), all’alba del 12 agosto di 79 anni fa circondarono l’abitato di  Sant’Anna (una frazione di Stazzema in provincia di Lucca), mentre un quarto si attestava più a valle, sopra il paese di Valdicastello, per bloccare ogni via di fuga. Nonostante agli inizi del mese Sant’Anna fosse stata dichiarata zona bianca dai tedeschi, in grado cioè di accogliere popolazione civile sfollata, in poco più di tre ore furono massacrate 560 persone, tra cui molti bambini. Come accertò la magistratura militare italiana non si trattò di rappresaglia in risposta a una determinata azione del nemico, ma – come è emerso dalle indagini – si trattò di un  atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore. L’obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.

Il Memoriale per le vittime a Sant’Anna di Stazzema

Oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato, come ogni anno l’eccidio, condannando in maniera decisa quegli avvenimenti, la barbarie umana e le forme autoritarie del nazismo e del fascismo. Nel ricordare le vittime della strage, il presidente Mattarella ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana. 

Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale. E’ un dovere per la nostra comunità ricordare quanto avvenne settantanove anni or sono a Sant’Anna e nelle altre frazioni di Stazzema, quando militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali, misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto. Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini – ben oltre cinquecento – vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili. L’Europa toccò il fondo dell’abisso. 

Neppure l’infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell’annientamento. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana».

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